E’ strano come una porta possa scatenare identiche emozioni anche se usata in modo diverso. Quando mi sono chiuso una porta alle spalle uscendo di casa ero carico di rabbia, amarezza e paura. Rabbia e amarezza per quello che pensavo di aver perso e paura perché non sapevo quello che mi aspettava. La rabbia in genere ti dà quella carica incontrollabile che ti porta spesso ad avere reazioni sconsiderate, l’amarezza diventa a lungo andare una compagna di vita senza comunque avere un peso determinante nelle tue scelte. La paura è la peggiore. E’ quella che ti impedisce di razionalizzare il momento che stai vivendo e ti impedisce di proiettarlo in un progetto per il futuro sia che riguardi il lavoro, l’amore, il sesso o la vita stessa.
La paura è subdola, si insinua sommessamente nella tua vita e ti accompagna per anni ed anni, condizionando le tue scelte senza che tu ne sia consapevole. Anzi spesso neghi di aver paura e pensi di essere solo un depresso, che nessuna cura possa avere effetto su di te per cui rimarrai depresso a vita. Ma la depressione è anche il porto sicuro dove rifugiarti quando senti che la paura sta prendendo il sopravvento. Con la depressione spesso giustifichi la tua inerzia “scusami se non faccio ciò che mi chiedi”…” non posso impegnarmi in un progetto di vita” …”non posso essere genitore perchè sono depresso “…”vorrei uscire insieme agli altri ma…”.
Quante volte abbiamo iniziato a fare qualcosa che ritenevamo bello e gratificante con allegria e trasporto? E quante volte nel corso di queste attività abbiamo sentito il nostro stomaco sprofondare in un abisso senza fondo ed abbiamo interrotto il tutto in maniera definitiva? Eppure ci sentivamo gratificati dalle nostre azioni, pensavamo di aver trovato la nostra strada. La depressione ha mascherato la nostra paura di non essere adeguati, di non essere all’altezza, di non aver fatto la scelta giusta, di non essere capiti, di essere qualcuno che non pensavamo di essere, o di non essere qualcuno che pensavamo di essere. Ed è allora che chiudi la porta alle tue spalle per allontanarti mentalmente da tutto e da tutti, ritrovare te stesso e riannodare i tanti fili spezzati della tua vita. Quando pensi di esserci riuscito riapri quella stessa porta con un sorriso stampato nel cuore. Ma la vita, la nostra maledetta vita, non è “donna di provincia ma bordello”…ti ha illuso nuovamente. Un passo oltre l’uscio, uno sguardo verso lei, bella e triste nella sua staticità, e senti lo stomaco sprofondare nuovamente in quell’ abisso senza fondo da cui faticosamente eri risalito. Diventa un’ impresa titanica svegliarsi ogni mattina e mettere giù i piedi dal letto. Vorresti essere già morto ed ogni giorno ti ripeti che non ce la farai. Ma ogni giorno sei lì che pensi di tornare in palestra perché sai che se questa volta non ce la fai è finita. Ti chiuderai nuovamente la porta alle spalle e riprenderai ad andare in palestra per cercare di volerti nuovamente bene e quando ci riuscirai la riaprirai senza sapere con certezza chi o cosa troverai.
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