Ho paura amici, questa volta ho davvero paura. Pensate che non sono riuscito a fare un bilancio dell’anno appena deceduto…e dico deceduto a ragion veduta perché è stato per me un anno che merita solo di morire. Ad una manciata di secondi dallo scoccare della mezzanotte ho sentito uno spaventoso senso di vuoto. Avete mai pensato a come possa sentirsi una lattina di birra svuotata e buttata via ? A mezzanotte del 31 dicembre del 2019 io mi sono sentito quella lattina di birra, svuotata e buttata via. Con la differenza che una lattina di birra termina il suo ciclo vitale in compagnia di altre migliaia di lattine in una struttura di riciclo, dove può condividere le sue esperienze con altre lattine magari di chinotto o di aranciata, mentre io ero solo. Sentirsi soli è una malattia, una brutta, pesante e condizionante malattia. Sentirsi soli non significa essere soli, anzi generalmente il senso di solitudine è direttamente proporzionale alla gente che ti circonda. Pensi di frenare la solitudine aumentando e intensificando i rapporti interpersonali e finisci per peggiorare la situazione. Perché in fondo quello che serve è qualcuno a cui “…poter dire tutto…”. Ed è difficile incontrare quel qualcuno. Quante volte abbiamo pensato guardando la persona che amiamo…se potessi dirle quello che sento, che sono, che vorrei essere… per poi tenerci tutto dentro per paura di poter ferire, fare del male, distruggere quello che si è faticosamente costruito in anni di ambigue mediazioni. L’amore è una continua mediazione fra il detto e il non detto, il fatto e il non fatto, il dato e il preso, se fosse un partito politico sarebbe la vecchia Democrazia Cristiana. Come potresti del resto confidare a chi ami le tue piccole perversioni, i tuoi pensieri più oscuri, i rimpianti per il bacio che non hai dato, per il seno che non hai accarezzato, e soprattutto come potresti dirle che se potessi tornare indietro faresti tutto esattamente nello stesso modo perché tu sei le tue contraddizioni. Il risultato di questa mia solitudine percepita sono i venti chili in più che mi porto addosso perché ho cercato nel frigorifero la soluzione del problema, ed il frigorifero è il peggior amico che puoi avere. E’ di questi 20 kg che ho paura, delle conseguenze che possono avere sul mio fisico e sulla mia mente. Ed ho paura di non riuscire a disfarmi da solo di questo fardello. Ed è per questo motivo che ne parlerò con voi attraverso il mio blog. Vi racconterò settimanalmente delle decisioni che ho preso, dei miei comportamenti, dei miei pensieri, dei progressi e delle regressioni … insomma vi racconterò la mia storia futura sperando che vorrete raccontarmi la vostra. Perché a tutti serve qualcuno a cui “…poter dire tutto…”.
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